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LRQA COP26

Sfruttate l'assurance per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.

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Heather Moore Sustainability technical director at LRQA Visualizza il profilo

Sebbene il documento conclusivo della COP26 sia il testo più forte mai emerso in occasione di una conferenza internazionale, in ultima analisi molti hanno lasciato Glasgow delusi.

Le azioni necessarie per limitare il riscaldamento globale alla soglia critica di 1,5°C sono ancora molte e impongono un onere ancora maggiore alle aziende perché apportino cambiamenti radicali nel loro business e nelle loro supply chain e mantengano le promesse fatte.

Per i responsabili ambientali che desiderano affrontare con successo queste sfide, è giunta davvero l'ora di dedicare attenzione alla gestione del rischio, un settore in fase di trasformazione. La rapida digitalizzazione dei servizi di assurance e gli sviluppi a livello di dati e tecnologia stanno creando nuove opportunità per le aziende di sfruttare i programmi di assurance per prendere in mano l'agenda della sostenibilità, in modo che aspirazioni, obiettivi e impegni si trasformino in risultati tangibili e verificati in maniera indipendente. I requisiti in capo alle aziende stanno vivendo una crescita esponenziale, ma, come emerso nel corso della COP26, una cosa è costante: la necessità di dimostrare trasparenza, azione e progresso. Sotto questo aspetto la nuova era dell'assurance basata sul digitale ha molto da offrire.

I sistemi di auditing e ispezione, che stanno alla base dei programmi di supply chain di tutto il mondo, ne sono un esempio. Con la pandemia si è reso necessario cambiare i metodi. Rapidamente. Avendo già in essere un piano globale per l'offerta di servizi in forma digitale, LRQA ha potuto affrontare la situazione più rapidamente della maggioranza degli altri. Neppure noi, tuttavia, avremmo potuto immaginare che un anno dopo ben più della metà degli audit che avremmo condotto avrebbero visto una combinazione di soluzioni in presenza e basate sulla tecnologia. Il Covid ha forzato il ritmo dei cambiamenti, ma in un mondo caratterizzato da rischi di sostenibilità in rapida evoluzione, è chiaro che vi fosse l'esigenza di approcci più agili, più trasparenti e più reattivi.  Le nuove tecnologie e quelle emergenti miglioreranno ulteriormente questi processi, grazie all'impiego di sistemi di monitoraggio continuo, ispezione tramite droni, robotica e tecnologie VR. Tutte queste soluzioni promettono di trasformare la visibilità delle supply chain per le organizzazioni e, alla fin fine, per i consumatori.

Il passaggio all'auditing da remoto, tuttavia, è solo un esempio di come tecnologia e dati stanno trasformando il modo in cui le aziende cercano i loro partner nel segmento dell'assurance, puntando su chi è in grado di supportarle e aiutarle a conseguire i loro obiettivi ambientali e di sostenibilità. 

Inoltre, la richiesta di trasparenza e autenticità da parte dei consumatori è sempre più pressante. Dal cibo che mangiamo agli abiti che indossiamo, senza dimenticare i dispositivi smart che ci accompagnano ogni momento, i produttori e i rivenditori devono essere in grado di offrire trasparenza e tracciabilità lungo l'intera supply chain.  Eppure, proprio mentre stiamo forse uscendo dalla pandemia, produttori e brand registrano un'interruzione senza precedenti delle supply chain, tanto che se un tempo la priorità era quella di ridurre il numero di fornitori e contrarre i costi, adesso l'attenzione è tutta puntata sull'espansione delle reti di fornitori in modo da assicurare gli approvvigionamenti. Il risultato? Una crescita esponenziale del rischio relativo all'integrità dei prodotti.

Per questo vediamo che i clienti si stanno sempre più orientando verso l'analisi dei dati e le informazioni che consentono di gestire meglio la supply chain. L'analitica, una volta dominio incontrastato del reparto marketing, è sempre più usata nelle aziende per esaminare i dati relativi alla rete di fornitori, in modo da capire dove si verificheranno con maggiore probabilità problemi a livello di sicurezza e sostenibilità. Ciò consentirà di orientare le risorse finite sulla gestione più efficace del rischio al fine di proteggere sia i prodotti che il pianeta.  Nel Regno Unito, ad esempio, LRQA è capofila di un consorzio, denominato SecQuAL, che mette assieme produttori, innovatori delle supply chain e specialisti in analisi dei dati al fine di sviluppare tecnologie integrate che digitalizzano la provenienza e la trasparenza delle supply chain alimentari.

Ma sebbene i dati e la tecnologia abbiano un potenziale enorme per accelerare in maniera estrema la trasparenza e gli sforzi legati alla supply chain, la crescita dell'agenda ESG fa emergere ancora il valore delle forme tradizionali di certificazione. Le organizzazioni di successo stanno includendo gli obiettivi "net zero" negli standard e nei sistemi di gestione esistenti e comprovati, ad esempio tramite la certificazione in base al sistema di gestione ambientale ISO 14001[1] o al sistema di gestione[2] dell'energia ISO 50001. Le aziende notano che le norme che coprono tutti gli aspetti, dalla riduzione del carbonio alle pratiche sociali ed etiche, possono costituire un framework robusto per il miglioramento continuo e il "lifecycle thinking", nonché la base per una reportistica credibile, contribuendo a identificare i rischi e le opportunità dal concept e design del prodotto alla fine della vita utile, consentendo così di integrare le considerazioni relative alla sostenibilità in ogni fase del processo decisionale.

Ci aspettiamo di vedere un'attenzione ancora maggiore sul ruolo dell'assurance nel corso del prossimo anno, man mano che le aziende si riequilibrano dopo la pandemia e rivalutano sostenibilità, responsabilità sociale e sicurezza in tutte le loro operazioni e supply chain. Il cambiamento del nome del nostro ramo di attività in LRQA, avvenuto questo mese, sottolinea proprio l'ambizione ancora più marcata di voler andare incontro a questa esigenza, in modo che la trasformazione digitale dell'assurance continui a rafforzare le basi di una crescita aziendale sostenibile.

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