L’Italia è pronta a rientrare nel nucleare, una scelta cruciale che non andrà a sostituire le rinnovabili ma a completarle, assicurando un mix energetico equilibrato e sostenibile.
L’Italia è pronta a rientrare nel nucleare, questo il messaggio del ministro dell’Ambiente e della Transizione, Gilberto Pichetto Fratin, che in un’intervista al Sole 24 Ore ha illustrato gli obiettivi dello schema di disegno di legge delega, composto di quattro articoli, già trasmesso al Consiglio dei Ministri.
Il piano prevede di avviare il processo di ritorno al nucleare in Italia, con la realizzazione di nuove centrali che non dovrebbe concretizzarsi prima del 2027. L’obiettivo è accelerare il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050. Tuttavia, il ritorno al nucleare non sarà privo di sfide. Dopo quarant’anni di assenza dal comparto, l’Italia dovrà colmare il divario tecnologico accumulato rispetto ad altri Paesi, come la Francia, e affrontare investimenti significativi. Anche le tempistiche di costruzione degli impianti richiedono una pianificazione accurata.
L’annuncio ha già sollevato un acceso dibattito: i sostenitori evidenziano i benefici in termini di sicurezza energetica e riduzione delle emissioni, mentre gli oppositori restano scettici sui rischi ambientali e sugli alti costi delle infrastrutture. Il governo ha annunciato che il processo sarà accompagnato da consultazioni pubbliche e potrebbe culminare in un referendum, per garantire un confronto ampio e trasparente su una scelta strategica per il futuro del Paese.
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